Torino, sciopero al CAAT: la polizia carica, i facchini resistono!

caat scopero maggioAl termine della giornata i lavoratori annunciano che se il tavolo d’incontro, che si terrà lunedì 26 alle ore 15 all’interno del Caat, non soddisferà le loro richieste lo sciopero riprenderà subito nella nottata.

Aggiornamento ore 12: Mentre il presidio resiste, le cooperative che gestiscono i rapporti di lavoro hanno offerto un incontro per lunedì con il sindacato SI Cobas e i facchini. I lavoratori annunciano che fino a quel giorno non se ne andranno e continueranno il presidio permanente. Tre delle quattro persone investite questa mattina intanto continuano ad essere in ospedale poiché riportano danni sostanziali, mentre uno di loro è stato dimesso.

ore 10: Le ambulanze hanno portato via i lavoratori e i solidali investiti da un furgone davanti ai cancelli. Lo sciopero continua determinato, fino a quando non avranno risposte. I feriti sono stati nel frattempo portati in ospedale per essere medicati.

ore 09.00: Alcuni facchini sdraiati per bloccare i tir sono stati brutalmente investiti. Sul posto vi sono ambulanze. La rabbia dei lavoratori sale.

Il video del tir che esce investendo i facchini e gli scontri della mattinata:

ore 7: la polizia ha provato a scortare i camion dentro il CAAT forzando i blocchi ma i facchini si sono sdraiati davanti ai tir non facendoli passare. Il blocco continua.

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primo sciopero caatLo avevano annunciato nei giorni scorsi e così è stato: questa notte i lavoratori impiegati presso il CAAT (il centro agro-alimentare di Torino, che gestisce praticamente l’intera grande distribuzione del settore sul tessuto cittadino), sostenuti dai SI Cobas, hanno dato il via ad un blocco ad oltranza dei cancelli dello stabilimento.

Sono perlopiù lavoratori migranti, assoldati tramite cooperative con metodi da caporalato, sottopagati, sottoposti a continui ricatti con orari massacranti. Proprio pochi giorni fa sei facchini sono stati minacciati e poi sospesi perché avevano protestato contro queste condizioni indecenti.

Ieri sera, a partire dalle 22, facchini e solidali hanno dato vita a un presidio di fronte ai cancelli del CAAT con l’obiettivo di impedire il normale svolgimento dei traffici fino a che non avessero ottenuto garanzie concrete di un cambiamento della propria condizione lavorativa. Intorno all’una di notte il presidio si è ingrossato notevolmente grazie all’arrivo delle centinaia di facchini che ogni notte si recano sul posto per lavorare (o si presentano nella speranza di ottenere una giornata) e che hanno immediatamente aderito alla protesta, rendendo in breve gremito il piazzale antistante i cancelli.

A quel punto è stato ottenuto un incontro tra i rappresentanti delle cooperative che gestiscono il CAAT e i lavoratori, mentre tutt’attorno al centro di grande distribuzione il traffico veniva paralizzato dal formarsi di centinaia di metri di camion e tir bloccati all’esterno e impossibilitati a ritirare la merce. L’incontro ha fatto strappare ai lavoratori la promessa di assunzione regolare per tutti, ma i facchini, determinati a non indietreggiare fino a che non avessero avuto qualcosa di concreto tra le mani, hanno deciso di proseguire il blocco dei cancelli.

Dopo aver tentato inutili mediazioni per tutta la notte, cercando di far desistere la protesta per riattivare il circuito della grande distribuzione, la polizia presente sul posto è intervenuta pesantemente contro i facchini e i solidali. Intorno alle 4.30 la celere è uscita dai cancelli dietro i quali era asserragliata, caricando pesantemente il presidio nel piazzale. A quel punto è esplosa la rabbia dei lavoratori, che con coraggio e determinazione hanno resistito alle violenze della polizia, costringendola ad arretrare nuovamente dietro una cortina di gas lacrimogeni. Nonostante la carica, dunque, il blocco sta proseguendo.

Gli eventi di questa notte confermano una volta di più l’emergere di un’indisponibilità crescente dei lavoratori assunti nel settore della logistica a sottostare a logiche di sfruttamento e quotidiane angherie e dall’altro che andare a colpire nel cuore della grande distribuzione è una forma di lotta che può fare molto male, come testimonia la violenta reazione della polizia costretta a intervenire con mano pesante per tentare di rimettere in moto il circuito del commercio cittadino.

Seguiranno aggiornamenti.

da Infoaut.org

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