Rassegna stampa

Ai mercati generali dove i clandestini arrivano sul bus Gtt

di Beppe Minello per La Stampa, 28/03/2013

Stop a richiesta al Caat per chi scavalca la recinzione

autobus per il caatÈ bello, apparentemente efficiente e, visto che tratta montagne di frutta, verdura e ortaggi, pure profumato. Ma c’è qualcosa che non va al Caat, il Centro agroalimentare di Grugliasco, il terzo d’Italia per volume d’affari e movimentazione merci. C’è qualcosa che non va se, ad esempio, il bus gratuito che, ogni notte, va avanti e indietro dai vecchi mercati generali di piazza Galimberti a strada del Portone, si ferma anche nel nulla per permettere a chi lo desidera di avvicinarsi alla cancellata sul lato meno esposto e poterla scavalcare – non con meno difficoltà ché è alta 3 metri!-, ma almeno di provarci con calma. C’è qualcosa che non va, se Confcooperative e Legacoop rispondono che loro al Caat, dove lavorano 40 aziende che impiegano 700 facchini – oggi si chiamano «movimentatori» -, non possono metterci piede: «Non abbiamo soci lì dentro, non vorranno i controlli che una tale adesione comporterebbe». Se poi, per curiosità, provate a informarvi nell’ambiente sindacale per capire quale categoria segua i lavoratori del Centro, tutti annaspano: «Boh, non lo sappiamo».

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Minori come schiavi ai mercati generali

di ROSITA FATTORE e CATERINA GRIGNANI, video di MAURIZIO TAFURO.
Con un commento di VLADIMIRO POLCHI, 4/11/2014

Bambini egiziani ospiti delle case di accoglienza che lavorano oltre 12 ore al giorno per pochi euro, intimidazioni e ricatti alle famiglie che hanno pagato il viaggio della speranza verso l’Italia. È la realtà del Centro Agroalimentare di Guidonia, alle porte di Roma, il più grande del paese e terzo in Europa come volume d’affari. Malgrado gli sforzi di sorveglianza e le inchieste della magistratura continua a essere preso d’assalto da giovanissimi in cerca di un lavoro che si trasforma spesso in un brutale sfruttamento.

ROMA – Come una prigione il Centro agroalimentare di Roma è circondato da una rete di acciaio alta due metri e mezzo, con sopra 20 centimetri di filo spinato. Tre turni di agenti controllano continuamente l’intera area con cani lupo al guinzaglio, ma non è per non far uscire qualcuno: scoraggiano l’ingresso dei non autorizzati. Ma ogni giorno decine di minori scavalcano le recinzioni e spostano cassette di frutta per 12 ore, guadagnando 20 euro a giornata. Questo prevedeva l’accordo che le loro famiglie hanno sottoscritto in patria, quando li hanno spediti attraverso il mare, a fare fortuna in Italia. Per la legge sono le vittime dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro minorile. Caporalato insomma.

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Viaggio all’interno del Caat tra precarietà e sfruttamento

di Francesca Vaglio Lurin, Nuova Società, 23/10/2014

caat scopero maggio

Le lotte e gli scioperi del settore della logistica hanno scoperchiato ormai da più di un anno a questa parte il sistema di sfruttamento che si cela dietro alla grande distribuzione. Partite dai centri della “Rossa Emilia”, le mobilitazioni si sono presto estese a buona parte del resto d’Italia.
L’eco degli scioperi in giro per il paese è arrivata anche a Torino, che nell’immediata periferia conta decine di aziende che si reggono sul lavoro dei facchini.
Ad aver fatto parlare di sé è stato in particolare il Caat, il Centro Agroalimentare situato alle porte della nostra città, a Grugliasco. Qui ogni giorno transitano centinaia di camion di grossisti e ambulanti che vi si recano per fare rifornimento.
Il Caat è un’azienda municipalizzata, al 92% di proprietà del Comune di Torino, e all’interno ci lavorano quasi 800 persone, per la maggior parte migranti. A gestire il lavoro per conto del Comune sono però una trentina di diverse cooperative alle quali i grossisti, tramite appalto, affidano i propri ordini e le assunzioni dei lavoratori.

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Viaggio all’interno del Caat tra precarietà e sfruttamento

di Francesca Vaglio Lurin, Nuova Società, 23/10/2014

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